Dai che è finita
Ci siamo: dopo giorni passati seduti a tavola, tra domande indiscrete e bombe sganciate, finalmente intravediamo la luce in fondo a questo tunnel fatto di eccessi alimentari e interazioni surreali.
Come te la sei cavata?
Non so quand’è che abbiamo deciso che dire al prossimo quello che deve fare debba essere l’unico modo per interagire con lui, ma è, ormai, tradizione in queste occasioni riprodurre la solita playlist piena di motivetti demodè, canzoni grassofobiche e slogan sanisti dal ritmo sempre uguale.
Da giorni sui social scortesi parliamo della drammaticità dei giudizi, delle domande invadenti, dei regali-consiglio e di tutte le altre cose che più ci angosciano durante queste condivisioni sociali forzate.
Ma c’è un però.
Anche immaginando un futuro distopico in cui nessuno commenterà più il tuo corpo, il tuo stile di vita, in cui nessuno ti dirà più cosa fare della tua vita, nessun racconto passivo-aggressivo la cui morale è che tu sbagli e il narratore no, anche in quel mondo che tanto ci stiamo impegnando a costruire, arriverà sempre qualcuno a dirti qualcosa che urterà il tuo stato d’animo.
Therapy Spoiler: la gente attorno a te avrà sempre qualcosa da dirti. Accettalo.
Possiamo educare, scrivere post sulla body positivity, lottare, divulgare, stressare amici e parenti. Ed è giusto farlo. Ma dobbiamo anche imparare noi stessi a scegliere quale potere dare a tutte le parole che gli altri ci buttano addosso.
Reminder scortese: quei commenti dicono di loro, non di te.
Impariamo a depotenziarli?
Diario scortese
Caro diario,
questo 2023 sta finendo e io non posso fare a meno che guardarmi indietro e fare bilanci.
Sui social fioccano post in cui ostentiamo i nostri successi, le performance raggiunte, i premi ottenuti…ma che ne è dei fallimenti?
E se condividessimo con lo stesso orgoglio anche i nostri sbagli?
Invece, no, proviamo a insabbiarli, a fingere che non ci siano mai stati, su Linkedin, come nella vita.
Confondiamo spesso il fallimento con l’essere persone fallite, come se tutto quello che ci capita nella vita dovesse sempre dire qualcosa di noi.
Che cazzo di protagonisti che siamo.
I fallimenti non vogliono definirci, se ne fregano proprio di come siamo fatti noi. A loro interessa solo ricordarci che tocca ricalibrare le nostre azioni. Tutto qui.
Quindi direi che è arrivato il momento di fare pace con questa domanda:
In cosa ho fallito quest’anno?
Inizio io: ho voluto esportare il mio progetto su TikTok, dando per scontato di utilizzare la stressa strategia che uso per Instagram.
Il risultato?
Ho fallito una strategia divulgativa.
Ma so che quello che sono è una cosa un pelino più complessa.
Sicuramente più del mio pressappochismo nell’affrontare i social.
Therapy Spoiler: non sono solo quello che faccio.
E poi arriva gennaio
Stiamo ancora mandando giù l’ultimo boccone di risentimento post-feste, che ci scaraventiamo subito nel mese più performante di tutti, il mese il cui avverrà lo switch, in cui la vita cambierà, in cui NOI cambieremo.
Sta arrivando gennaio e, ora più che mai, fioccheranno obiettivi matti e disperati.
Ma mai quanto lo sia chi ci vuol vendere le sue soluzioni per migliorarci.
Proviamo a salvarci da tutto questo fissando alcuni punti.
Le tre regole per dei propositi scortesi
Non devi necessariamente avere dei propositi. Sei tu a decidere se vuoi cambiare qualcosa della tua vita o di te e qual è il momento più giusto per farlo. Che sia a febbraio, aprile o novembre.
L’andamento è lento, così come suggerisce il grande Tullio De Piscopo. La mente cambia lentamente, il corpo cambia lentamente. E vale anche per gli altri. Sembrano veloci le foto del prima e dopo, i racconti di lauree in 3 mesi, sembrano velocissime quelle storie di successo in cui prima sei povero come la merda e poi mostri sui social il tuo attico a Dubai. Ti svelo un segreto: la velocità degli altri è estremamente romanzata. Nessuno ci racconta lo studio, la programmazione, i momenti di stallo, le lacrime di sangue e veleno che sono dietro quelle storie. E, soprattutto, ammesso che qualcuno sia davvero così rapido e performante come sembra, nessuno ci dice com’è la sua salute mentale. Quindi occhio a come ti confronti con gli altri.
Ascoltati. Quello che funziona su altre persone potrebbe non funzionare su di te. E ciò che funzionava su di te quando avevi 16 anni potrebbe, comunque, non funzionare più adesso. Non dare per scontante cose senza prima aver valutato le tue condizioni. Potresti diventare schiavo di automatismi che non hanno più senso. Insomma: permettiti di ridefinire i tuoi piani. Permettiti di disobbedire ai tuoi obiettivi. Se ti interessa questo tema, cerca le storiz sui DisObiettivi
Alcune cose utili in questo periodo
21 giorni per cambiare: funziona?
Raga, no. Non bastano 21 giorni, né per cambiare abitudini, né per superare un dramma amoroso. Lo racconto meglio su questo articolo.
Te la buco questa dieta
Non mi interessa che tu abbia bisogno di una dieta oppure no. Le app conta-calorie possono avere effetti devastanti sul tuo rapporto con il cibo e con il corpo, quindi usale con molta attenzione. Ho approfondito qui.
Per far vedere che ne sai
Ormai lo sappiamo che il Blue Monday è privo di ogni base scientifica, eppure molte aziende lo utilizzano ancora nelle loro strategie di marketing. Se vuoi ostentare il tuo sapere con amici e conoscenti, puoi leggere questo approfondimento per Ohga. Farai un figurone.
Direi che adesso hai tutto ciò che ti serve per affrontare un nuovo anno in scortesia!
Buonanno.