Sta arrivando…
Natale è cibo, amore, divertimento, ma anche noia, drammi, parenti e ormai infiniti post uguali su questi temi.
Ma come dar loro torto?
La portata principale del nostro menù di Natale è proprio il disagio fatto in casa per voi.
Diario Scortese - Il mio menù
Per me Natale inizia a ottobre, quando acquisti il volo dopo giorni passati a studiare le combinazioni giuste tra orari, prezzi e destinazioni, che manco John Nash.
Natale è affetto, malinconia, gioia, rabbia, estraniamento.
Natale è sentirsi a casa.
Natale è non sentirsi a casa.
Un amico puntuale, spesso spietato, quasi mai facile.
Ti ci affezioni anche. (Sì, ma facciamolo solo una volta l’anno, però).
Consigli per farcela a Natale
Stiamo per salire su questo grande tagadà emotivo che ci sputa in corsa e ci riconsegna al mondo a gennaio, ammaccati e, paradossalmente, più affamati di prima.
Smettiamola di pensare che non ci farà male, che sarà tutto bellissimo, che il disagio non si paleserà e che ne usciremo indenni.
Perché farà spesso schifo.
Ma noi dobbiamo solamente puntare a sopravvivere, niente di più. Quindi abbandoniamo i nostri piani più ambiziosi e tuffiamoci pure nello schifo attorno a noi.
Un libro per gestire il disagio in famiglia
Adesso potrebbe essere un buon momento per leggerlo: ne Il Metodo Scortese parlo del disagio in famiglia e di come gestirlo senza farsi troppo male.
Come sopravvivere al Natale in famiglia?
Più o meno così:
Preparati al peggio. Quando ti sposi? Quando ti laurei? Quando fai figli? Inutile illudersi: gli altri avranno sempre qualcosa da dirti. Ma sei tu a scegliere che peso dare alle loro parole. E anche che tipo di risposte dare. Quindi, preparati.
Pollyanna anche no. Ascoltati: puoi essere triste anche a Natale e va bene così.
Prendi un time out. Se le interazioni sociali titillano il tuo crollo mentale, puoi sempre tirartene fuori. Puoi dire di no a cibo e persone in eccesso.
Insomma:
Nessuno può mettere la tua salute mentale in un angolo.
Né a Natale, né mai.
Reminder scortese (natalizio): non è obbligatorio.
Se le feste ti deprimono, tiratene fuori.
Parola d’ordine: accettare
I tuoi parenti serpenti hanno avuto una vita intera per cambiare, migliorarsi, imparare a comunicare, non giudicare. Ma non lo hanno mai fatto.
Perché pensi che a Natale debba essere diverso?
L’intensità del dramma natalizio è direttamente proporzionale al grado di accettazione dello schifo attorno a noi.
Perché, per farcela, tocca accettare che le nostre cose (e persone) fanno spesso schifo.
Sì, anche a Natale.
Scortesia a Natale
Per non sentirci soli
Ti aspetto sui social e anche sul gruppo Telegram per sfogarci, ridere e condividere insieme tutti i nostri schifi natalizi.
Ci vediamo a Taranto?
Come da tradizione, il 24 dicembre sarò in giro per il centro di Taranto tutto il giorno. Se ci sei anche tu, salutiamoci!
Ma se il parente serpente fossi io?
È una possibilità che tocca considerare.
E, adesso, che inizi il Natale.
Io speriamo che me la cavo,
Psicologa Scortese
Consiglio pratico. Al pranzo di Natale preparare una sacchetto da consegnare ad ogni parente. Dentro un foglietto con sopra le risposte alle classiche domande di rito. Scortesi ma con classe. Bonus: se il sacchetto è di velluto rosso, fa più Natale e limita eventuali reazioni avverse dei parenti.